venerdì 1 luglio 2011

Carte del Catasto Borbonico - Vincenzo Mortillaro di Villarena

Agli inizi del 1800 per i Borboni delle due Sicilie si palesò la necessità di conoscere approfonditamente  tutti i territori ricadenti all'interno del Regno. Si volevano acquisire, in altre parole, dati oggettivi su cui ponderare il prelievo fiscale. Fino a quel momento, gli unici documenti ufficiali che in qualche modo potevano quantizzare il numero di "fuochi" (famiglie sotto lo stesso tetto) e "anime" (cioè gli abitanti) erano i "riveli", documenti in cui il capofamiglia dichiarava la composizione del nucleo abitativo e il relativo possedimento di beni, erano quindi più completi degli archivi parrocchiali dei battesimi. Questi registri rimangono in funzione dall'inizio del '500 all'inizio del '800. In molti casi rappresentano strumenti formidabili per ricostruire la genealogia di una persona. Tali autodichiarazioni, tuttavia, non possedevano una base cartografica su cui evidenziare i vari possedimenti. Nasce così l'esigenza di munirsi di mappe di dettaglio in cui descrivere l'abitato e definire in maniera univoca i confini comunali.

I tentativi effettuati dai regnati per ottenere il catasto cartografico completo si susseguirono per circa un quarantennio. Non tutti i paesi siciliani rispondono alla richiesta fatta dal re di inviare una mappa. Inizialmente Motta Sant'Anastasia rientra in questo folto gruppo. Ma le cose cambiano in meglio con l'arrivo del Marchese Vincenzo Mortillaro di Villarena che prende in mano la questione e conclude i lavori di ricognizione nel 1853 con la consegna del materiale descrittivo al Grande Archivio del Regno. Tuttavia, tiene per se la parte cartografica vera e propria, diciamo la parte importante, un "capolavoro" archivistico di 427 carte relative a tutti i territori della Sicilia (Motta compresa).

Arriva l'unità d'Italia, le carte di Mortillaro passano agli eredi, e per circa un secolo questo patrimonio viene dato per disperso. Poi, un evento sciagurato come il terremoto del Belice del 1968, permette di ritrovare in uno scantinato, dentro una vecchia cassa, l'intero "tesoro" del marchese. La notizia è di quelle che tengono con il fiato sospeso tutti gli addetti ai lavori. Tuttavia, solo nel 1997 l'Assessorato Regionale dei Beni Culturali ed Ambientali ne prende possesso e procede con il restauro delle carte. Per consentirne la consultazione su vasta scala è stato realizzato un volume con le scansioni, volume da cui sono estratte le immagini successive.
Dopo un viaggio lungo oltre un secolo e mezzo, ecco a voi le carte su Motta Sant'Anastasia del catasto Borbonico.

Mappa dei confini comunali di Motta Sant'Anastasia realizzata tra il 1837 e il 1853

Mappa del centro abitato di Motta Sant'Anastasia realizzata tra il 1837 e il 1853

Immagini estratte da:
Le mappe del Catasto Borbonico di Sicilia
Territori comunali e centri urbani nell'archivio cartografico Mortillaro di Villarena (1837-1853)
a cura di Enrico Caruso e Alessandra Nobili
saggi introduttivi di Teresa Cannarozzo, Francesco Vergara
E' possibile consultare questo volume presso la biblioteca del Dipartimento di Architettura e Urbanistica (DAU) della Facoltà di Ingegneria dell'Università degli studi di Catania. Per informazioni vedi il sito web.

L'archivio cartografico Mortillaro originale è depositato presso il "Centro Regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione grafica, fotografica, aerofotografica, fotogrammetrica e audiovisiva dei beni culturali e ambientali della Regione Sicilia". Vedi il sito web.

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