domenica 19 novembre 2017

Il Paese del Sindaco Carabiniere


Correva l'anno 2012 e la mia viuzza si era trasformata in un inferno. Era diventata il campo di gioco di un piromane, uno di quelli che si diverte a dar fuoco alle auto. Una sera, gli abitanti della zona, esausti per l'ennesimo incendio, piombarono in Consiglio Comunale per  segnalare ai politici quella situazione. Ricordo le facce stupite. Cinque auto incendiate, una anziana estratta per miracolo dalle fiamme dai pompieri, un intero quartiere del centro storico coinvolto, compresa la sede del rione Panzera, ma loro non ne sapevano niente.
In quel clima di sbigottimento mi colpì la reazione dell'allora presidente del Consiglio, oggi Sindaco, che prese a cuore la questione. Anastasio Carrà, oltre che un politico, era ed è un carabiniere. Forte del suo doppio ruolo, promise una rapida risoluzione dell'accaduto. Nei giorni a seguire si videro pattuglie della polizia ad ogni ora del giorno e della notte, posti di blocco ad ogni incrocio. Non si verificò più alcun caso di incendio.

L'unica cosa che mi trattenne dell'elogiare pubblicamente l'operato di Carrà, fu il fatto che non venne mai data alcuna comunicazione ufficiale, mai una notizia che chiudesse la vicenda, mai un colpevole individuato: il terrore che l'amico piromane potesse tornare a colpire anche solo per dire "sono ancora qui" era tale da trattenere qualsiasi entusiasmo.

Carrà aveva fatto quello che aveva promesso. Il risultato era evidente, al di là di un riscontro oggettivo (e per "riscontro oggettivo" intendo uno dietro le sbarre) Le macchine cominciarono a ripopolare quella via del centro storico di Motta. Gli anni passarono tranquilli.

Nel 2014 Carrà si candida a sindaco di Motta. In quel periodo seguivo la politica mottese con particolare attenzione ed interesse. Mi ero assolutamente convinto che Carrà, al di là di tutto, sarebbe stato un ottimo Sindaco Carabiniere. Sindaco per elezione e Carabiniere per professione. Un mix vincente sul fronte della sicurezza.

Va detto che, questa mia benevolenza nei confronti del candidato, cominciava e finiva li. Un po' come quando si dice che Hitler, al di là di tutto, era un vero amante degli animali. Al di là di tutto, ma proprio tutto tutto, mi piaceva l'idea del Sindaco Carabiniere. I Misterbianchesi avevano il Sindaco Sceriffo, per dire.

Carrà viene eletto. Il Sindaco Carabiniere entra in servizio, con buona pace di tutti (mia compresa). Le speranze di una ritrovata sicurezza cittadina era più forte che mai. Infatti, in quegli anni gli episodi criminosi e criminali nella nostra bella comunità, stavano subendo un sensibile aumento. Alcuni episodi più gravi, altri meno, altri ancora derubricati a birichinate (come gli atti di vandalismo ai danni della chiesa della Madonna delle Grazie e al plesso delle scuole elementari). Le nostre campagne tornavano ad essere terra di nessuno, dopo che la figura del "guardiano" a cui pagare il pizzo veniva culturalmente superata (forse).

Il clima, all'insediamento di Carrà, era questo: preoccupato ma fiducioso. Preoccupato per questioni oggettive. Fiducioso un po' per l'arrivo del Sindaco Carabiniere, un po' per l'avvento della tecnologia a basso-bassissimo costo. L'avvento delle telecamere, a controllare ogni pertugio del nostro paese, sembrava imminente. Era diventato, un po' il sogno di ogni Mottese, la panacea di tutti i mali (anche e soprattutto per combattere le micro-discariche che ormai spuntavano come funghi).

Dopo oltre tre anni dall'insediamento, è giunto il momento di capire se il Sindaco Carabiniere abbia soddisfatto o disatteso le speranze che i Mottesi nutrivano nei confronti di un uomo delle forze dell'ordine. Compito apparentemente difficile, ma mica tanto in realtà.

Partiamo dal fatto che non esistono statistiche in merito, o almeno, non esistono per noi comuni mortali. E' più facile sapere quanti omicidi avvengono in Zimbabwe che conoscere, anche solo orientativamente, il numero di furti in appartamento avvenuti a Motta in un determinato anno. Zero comunicazione, ma pienamente in linea con l'operato dell'attuale amministrazione, su tutti i fronti. Per un carabiniere non dovrebbe essere difficile recuperare qualche dato, una mezza statistica, nel settore di propria competenza... ma tant'è...

Quindi dovremmo affidarci solo a qualche dato parziale e qualche sensazione. Ovviamente, le sensazioni di chi, in questi mesi di campagna elettorale, ha gridato al "miracolo" mottese, come esempio di sicurezza, manco stessimo in Finlandia, le scansiamo volentieri, senza aggiungere altro. Campagna elettorale di bassa lega.

Partiamo con qualche dato, qualche dato reale, per esempio, che male non fa. Da quando si è insediato Carrà, tutti i bancomat degli istituti di credito del paese, sono stati sventrati. Cominciamo nel 2015 con le Poste di via Terre Nere. Clamore bestiale, sembrava che fossero entrati nelle nostre case. Nel 2016 è la volta del Banco Popolare di via XX Settembre. I giornali titolano "Motta Sant'Anastasia: banda ruba bancomat con una pala meccanica". Il fatto che tutto fosse successo in una stradina del centro storico, ad un passo dalla piazza centrale del paese, rese la vicenda ancora più inquietante. Ci fece capire che eravamo completamente indifesi ed inermi: il nostro salotto buono era stato saccheggiato. E così arriviamo al 2017: "Motta S. Anastasia, rubato bancomat Unicredit - Banda di professionisti ha agito in dieci minuti".

La cronaca riporta ancora una sfilza infinita di altre stramberie. C'è il figlio che tenta di uccidere il padre con l'auto. Uomini che picchiano mogli e figlie. Casi di droga e spaccio organizzato. Topi d'appartamento un po' troppo smaliziati e organizzati. Ricettazione di non si sa cosa. Sfruttamento della prostituzione. Gente che scompare nel nulla. Anche bullismo. Mancano solo dei casi di pedofilia e sette sataniche e abbiamo fatto tombola. Ah, vero. Abbiamo anche quelli. Insomma, Motta è una bomboniera di paese.
Vabbè, capito: posiamo i giornali che è meglio.

 Apriamo facebook. La narrazione cambia, si parla di episodi meno gravi, ma decisamente più diffusi e comuni. Si comincia con le foto degli atti di vandalismo al Castello (dopotutto è solo il simbolo del nostro paese). Si prosegue con una sfilza di cacche di cane insacchettate, micro-discariche ed inquinatori seriali. Non mancano le automobile schifiate o con le ruote manomesse. Roghi, incendi e maga-incendi. E visto che siamo appena usciti dalla campagna elettorale, come dimenticare i manifesti abusivi (o semplicemente sbagliati, come preferite) del candidato Carrà, quelli incendiati del Movimento 5 Stelle, ecc. ecc..

Ma anche quando decidi di riporre i giornali nel cassetto e staccare la presa del wifi, non si è mica salvi. Esci di casa e qualcuno si sente in dovere di doverti informare dell'ultimo furto in appartamento, dell'ultima auto rubata, dell'ultima campagna saccheggiata. "Si sono rubati anche i sacchi con i croccantini per i cani". Dettagli, racconti, che giorno dopo giorno si stratificano e si sovrappongono. "Lascio la porta aperta così, almeno, se devono rubare non fanno danno". Non va meglio per le attività commerciali, piccole o grandi che siano.
L'ultimo posto è dedicato agli scippi ed alle truffe ai danni degli anziani. A loro non riserviamo manco un minimo di pietà. Un vecchio con dei soldi in mano equivale ad una ragazza con la minigonna: "Se l'è cercata. Cazzi suo". Chiaro.
Ma queste vicende, minori, possiamo raccontarcele tra di noi, perché né la stampa, né le istituzioni hanno interesse a raccontacele. E quindi non esistono. Tutto apposto.

Dal canto suo l'amministrazione pare non essersi accorta di niente. Complice la totale opacità dell'azione amministrativa di Carrà, non ci è dato sapere quali misure di contrasto siano state adottate, se sono state adottate, o anche semplicemente, se si è al corrente dei problemi. Niente.
Ricordo solo qualche dichiarazione in merito alla vicenda dei "12 Apostoli" (per il semplice fatto che uno di questi stava seduto al suo fianco, sotto forma di assessore,  e solo dopo esser stato pesantemente chiamato in causa egli stesso), qualche mezza rassicurazione sulla minorenne picchiata da padre e compagno, e qualche mezza stronzata leghista sulla castrazione chimica, per pura propaganda.

Non credo che il Sindaco Carabiniere si stia rendendo conto della delicata situazione che Motta vive sul fronte della sicurezza e della criminalità.
Non credo. Perché se se ne fosse reso conto, non si sarebbe mai sognato di perdere tempo candidandosi alla Regione. Non avrebbe mai invitato Salvini nel proprio paese, con l'unico risultato che al giornalista a suo seguito fottono il portafogli, ottenendo un mega sputtanamento galattico. Non avrebbe pensato, neanche lontanamente, a sedersi ad un tavolo in cui si presenta il libro di tale Totò Cuffaro, condannato in via definitiva per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra.

Caro sig. Sindaco, lasci perdere ciò che dice il suo stuolo di tirapiedi, piuttosto legga i giornali, impari ad usare facebook e frequenti i Mottesi. TUTTI i Mottesi.
Che ne pensa? E' arrivato il momento di tornare a fare anche il Carabiniere, oltre che il Sindaco? Ce lo fornisce qualche dato sulla sicurezza e la criminalità a Motta? Le mettiamo ste telecamere? Dai...


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